Ecco i fatti che hanno portato alla caduta verticale della speleologia umbra.
Nel dicembre 1992 il gruppo Speleologico CAI Perugia estromette dalla Commissione Amministratrice del Centro Nazionale di Speleologia (CNS) e del Catasto Speleologico dell’Umbria (CSU) il presidente Marco Menichetti e il direttore Francesco Salvatori, che sino a quel momento l’hanno guidata. Viene nominata una nuova Commissione Amministratrice CNS/CSU presieduta da Fausto Guzzetti e composta da Felice La Rocca, Giuliano Cappellani, Mirco Galli.
Detta commissione, soprattutto il suo Presidente Fausto Guazzetti, ha il compito di:
- tenere i rapporti con la Regione dell’Umbria, il Comune di Costacciaro e altri Enti Pubblici,
- coordinare i rapporti fra le varie associazioni speleologiche regionali,
- gestire il CNS, anche dal punto di vista amministrativo (preparazione e presentazione dei bilanci di fine anno),
- gestire il CSU, anche dal punto di vista amministrativo (preparazione e presentazione dei bilanci di fine anno).
Questa Commissione Amministratrice CNS/CSU non ha elaborato e non ha presentato i bilanci del Centro Nazionale di Speleologia per gli anni 1992 e 1993.
Questa Commissione Amministratrice del CNS non ha elaborato e non ha presentato le relazioni di attività, i programmi di attività e i piani finanziari del CNS per il 1992 e 1993.
Nel gennaio 1996 al GS CAI Perugia viene revocata, dalla Regione dell’Umbria, la convenzione per la gestione del Progetto Monte Cucco di Didattica Ambientale, in quanto mancante della collaborazione del prof. Francesco Salvatori (delibere n. 9619 del 15.12.95 e n. 417 del 26.01.96).
Il 30 gennaio 1996 il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Comune di Costacciaro contro la sospensiva concessa dal TAR a favore del Gruppo Speleologico della Sezione CAI di Perugia. I locali e le attrezzature dell’ex CNS ritornano a disposizione dell’Amministrazione Comunale di Costacciaro, che immediatamente si mette al lavoro per ridare operatività alla sede dell’ex CNS (praticamente senza attività dal momento dell nuova commissione amministratrice).
Nel febbraio 1996 la Regione dell’Umbria annulla al GS CAI Perugia il compito di coordinare la suddivisione dei fondi della Legge Regionale 22/80 (delibera n. 761 del 13.02.96).
Il 16 settembre 1996 la Giunta Regionale dell’Umbria con delibera n. 6546 stabilisce che:
- al CNS non venga dato alcun contributo per l’attività 1996;
- il CNS non ha rendicontato £ 19.709.400 dei 25 milioni di lire avuti come contributo 1995;
- il Catasto (CSU), gestito sempre dal GS CAI PG, non ha rendicontato £ 7.907.794 dei 15 milioni di lire avuti per l’attività 1995;
- che la squadra di Soccorso di Perugia non ha rendicontato £ 6.110.940 dei 6,5 milioni di lire ricevuti per l’attività 1995.
Non si ha quindi giustificazione di £ 33.728.134. Dove sono andate a finire?
In quel momento la Commissione Amministratrice del CNS e del CSU era composta da: Giancarlo Orzella (Presidente CAI Perugia), Fausto Guzzetti (al tempo membro della CCS CAI), Felice La Rocca, Mirco Galli, Giuliano Cappellani.
La Squadra di Soccorso speleo di Perugia aveva come responsabili La Rocca e Guzzetti.
Il Responsabile del Catasto Speleologico Umbro era Mirco Galli.
Il 17 dicembre 1996 la Regione dell’Umbria, con delibera n. 9140, revoca al Gruppo Speleologico CAI Perugia – in quanto non in grado di svolgere il Programma Monte Cucco di Didattica Ambientale - il finanziamento di £ 150.000.000 per il Centro Nazionale di Speleologia “Monte Cucco”, finanziamento previsto per il “Programma regionale di informazione e educazione ambientale” finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Il finanziamento in questione viene invece concesso al Borgo Didattico istituito dal Comune di Costacciaro.
La Delibera della Giunta Regionale dell’Umbria n. 824 del 19 febbraio 1997 recita, fra l’altro,: “... che nessun contributo (per l’attività 1996, N.d.R.) venga liquidato alle seguenti associazioni in quanto non hanno rendicontato nessuna delle spese previste:
- Squadra Soccorso Speleologico di Perugia (responsabili La Rocca e Guzzetti, N.d.R.),
- Sezione Speleologica di Città di Castello (responsabile Marco Bani, a quel tempo anche presidente della Commissione Regionale per la Speleologia CAI e rappresentante regionale della Società Speleologica Italiana, nonché direttore della rivista SSI “Speleologia”, N.d.R.),
- Squadra di Soccorso Speleologico di Terni,
- Gruppo Speleo Cesi Terre Arnolfe,
- Gruppo Speleologico Gualdo Tadino.”
Con ciò le suddette associazioni hanno perso rispettivamente £ 7.000.000, £ 800.000, £ 7.000.000, £ 1.000.000, £ 2.000.000, per un totale di £ 17.800.000.
Sempre nella suddetta delibera si dice che al Catasto, gestito dal GS CAI PG con il coordinamento di Mirco Galli, vengono concesse, dei 20 milioni di lire stanziati, solo £ 4.231.859 in quanto solo per tale cifra ha rendicontato (equivalgono al rimborso spese per il gestore).
Il 17 marzo 1997 la Regione dell’Umbria comunica che la Legge per la Speleologia 22/80 non sarà finanziata per l’anno 1997, soprattutto a causa delle mancate rendicontazioni delle spese del 1995 e della non utilizzazione delle somme previste per il 1996.
Con legge n. 21 del 4 luglio 1997, la Regione dell’Umbria, viste le gravissime mancanze e le irregolarità amministrative perpetrate dalle associazioni speleologiche dell’Umbria ha deliberato di abrogare la Legge regionale 22/80, la prima del suo genere in Italia, nata in prima stesura addirittura nel 1974.
Conclusioni
Con la sopraccitata abrogazione delle legge regionale si è sancita la fine del Centro Nazionale di Speleologia e del Catasto Speleologico dell’Umbria, due istituzioni che hanno fatto la storia della speleologia italiana e hanno portato l’Umbria speleo, nel periodo 1953-1994, all’avanguardia in campo mondiale.
Si è conclusa l’azione catastrofica di alcune frange di speleologi umbri e dei loro sostenitori, locali e nazionali, che in soli tre anni hanno distrutto il lavoro di oltre quattro decenni, portando ad un vero e proprio crollo verticale nei rapporti con le Istituzioni, nelle disponibilità finanziarie, nell’attività di ricerca, nella credibilità tanto duramente conquistata nei decenni passati.
E di questa azione distruttiva ne hanno fatto le spese tutti, anche quelle associazioni, come il CENS di Costacciaro, come lo Speleo Club Gubbio, come il Gruppo Speleologico Valtiberino, che hanno sempre operato correttamente, con costanza, impegno, capacità.
Tuttavia la deprecabile e disastrosa azione distruttiva non avrebbe mai potuto avere riscontri pratici se non fosse stata oggettivamente sostenuta da “esponenti di spicco” del CAI centrale, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico CAI e della Società Speleologica Italiana.