La situazione geografica, geologica, faunistica, vegetazionale e paesaggistica del Parco è tale da promuovere e favorire molte attività all’aria aperta, anche con forti connotazioni culturali.
La principale è sicuramente l’escursionismo che vede ogni anno decine di migliaia di appassionati percorrere i tanti sentieri della montagna e i molti percorsi naturalistici del Monte Cucco e dintorni. Per ora è questa la maggior fonte di presenze turistiche-escursionistiche del Parco, anche perché favorita da una rete di sentieri segnalati (oltre 120 km), dalla relativa "Carta dei Sentieri del Parco del Monte Cucco" e da punti di appoggio e ristoro in quota come Val di Ranco e Pian delle Macinare. La segnaletica dei sentieri viene costantemente restaurata, integrata e aggiornata. Inoltre lungo lo spartiacque del Parco, dal Corno di Catria al Valico di Fossato di Vico, passa sia il Sentiero Italia, che percorre tutta la dorsale appenninica dalla Liguria alla Calabria, sia il Sentiero E 1 (Europa 1), segnalato dalla FIE e riportato in tutte le carte Kompass della zona. Quest’ultimo inizia in Scandinavia e termina in Calabria.
L’attività speleologica - che non è solo sport e ricreazione ma anche e soprattutto ricerca geografica e scientifica multidisciplinare - nel Monte Cucco ha una storia plurisecolare e intere generazioni di naturalisti hanno avuto le prime suggestioni e gli stimoli più radicati proprio con le discese nella grande Grotta, nota a livello mondiale. E non c’è campo della ricerca naturalistica che non sia applicabile nell’immenso mondo sotterraneo del Cucco: geologia, carsismo, idrologia, mineralogia, paleontologia, paletnologia, fauna, flora, meteorologia, chimica, fisica, biologia umana. Avendo la ricerca scientifica come scopo, intere generazioni di speleologi, soprattutto di Perugia e Gubbio , hanno prodotto tutte le maggiori innovazioni in questo campo, dalle tecniche di ricerca idrologica e speleogenetica alle tecniche di progressione in grotta su sola corda, dall’invenzione del Centro Nazionale di Speleologia di Costacciaro alla creazione della Scuola Nazionale di Speleologia, dal Festival Internazionale Phantaspeleo all’attività speleologica del CENS, dove attualmente si svolge il maggior numero di corsi di speleologia tecnici e scientifici, unitamente a ripetuti corsi di formazione professionale per guide speleologiche.
A dimostrazione della grande vocazione didattica del Parco del Monte Cucco, prima ad opera del Centro Nazionale di Speleologia (CNS) e ora del CENS è operante da lunga data, fortemente radicato nell’ordinamento scolastico dell’Umbria e non solo, il Progetto Monte Cucco di Didattica Ambientale (dal 1985 ad oggi si è ripetuto annualmente ed ha visto la partecipazione di migliaia di alunni e insegnanti e di centinaia di scuole e facoltà universitarie). Durante tutto l’anno scolastico le scuole possono inserirsi in questo Progetto che utilizza i fenomeni naturali del Parco come strumenti didattici per la conoscenza del territorio appenninico e delle scienze della terra. I corsi iniziano si svolgono nel periodo autunna (ottobre-novembre) e invernale/primaverile (febbraio-giugno).
In un ambito squisitamente sportivo agisce un derivato, molto in voga attualmente, dell’attività speleologica: il torrentismo, cioè la discesa dei torrenti incassati in gole e forre, utilizzando tecniche miste fra progressione in grotta, alpinismo e subacquea. Questa disciplina è nata proprio nei canyon di Monte Cucco con le prime discese degli anni cinquanta e sessanta. Specie in estate sono centinaia gli escursionisti che si cimentano nella discesa della Forra di Rio Freddo (lunga oltre 3 km e con un dislivello di 350 m) che un vero e proprio paradiso per gli amanti di questa giovane disciplina alpinistica. La progressione è molto facilitata e resa sicura da una serie di ancoraggi artificiali posti in opera sopra ogni cascata o rapida. Il controllo e la manutenzione di questi ancoraggi è costante.
La viabilità minore (sentieri, mulattiere, carrarecce, carrozzabili sterrate) dell’area del Parco e delle zone circostanti ha un’estensione di oltre 2000 km, in genere con fondo buono, compatto e poco accidentato. Sono questi tutti elementi che favoriscono una pratica divertente e sicura dell’escursionismo a cavallo. Nella Valle del Chiascio diverse organizzazioni curano e organizzano questa attività.
Stesso discorso per l’attività con bici da montagna, che sul Monte Cucco e nelle valli circostanti trova un terreno ideale per escursioni di ogni lunghezza e difficoltà. Un guida dettagliata e di facilissima consultazione (Umbria in Mountain Bike di Francesco Salvatori, edita dal Centro di Costacciaro) descrive minuziosamente i principali itinerari della zona.
Dato il clima, spesso condizionato dalle correnti fredde di origine continentale-balcanica, il territorio del Parco è soggetto a intense nevicate che lasciano, per molti giorni, uno spesso strato di neve, anche a quote basse. Questa persistenza al suolo della neve fa si che alcune zone dei piani montani siano particolarmente adatte alla pratica dello sci da fondo, tanto agonistico quanto escursionistico. E Pian delle Macinare (1135 m di quota), poco sopra Costacciaro, è una di queste aree, sicuramente la più adatta e nota. Qui, utilizzando il rifugio come punto d’appoggio e riparo, da molti anni si pratica e si organizza lo sci da fondo, sia promuovendo l’insegnamento delle tecniche sciistiche, sia la realizzazione di alcune manifestazioni sportive, sia tracciando con mezzi meccanici oltre 25 km di piste dentro boschi e su spazi aperti esposti a nord est.
L’andamento orografico dell’Alta Valle del Chiascio e dei rilievi del Massiccio del Monte Cucco, nonché la mancanza di ostacoli seri all’avvicendarsi delle correnti atlantiche e balcaniche, rendono il territorio del Parco una zona molto adatta alla pratica del volo libero, segnatamente del deltaplano. Le favorevoli condizioni orografiche e meteorologiche rendono i decolli e gli atterraggi facili, e Monte Cucco è tanto un campo di allenamento ideale per i principianti quanto un luogo dove si possono cimentare con soddisfazione esperti al massimo livello. Pian di Monte come la Sella del Culumeo (Val di Ranco) sono fra quei pochissimi luoghi dove è possibile decollare e atterrare durante lo stesso volo.