GUIDA ALLA DESCRIZIONE DEGLI ITINERARI
Tali descrizioni sono contenute nelle apposite pagine e riguardano 11 percorsi ad anello, con punto di partenza e arrivo nello stesso luogo e 3 traversate, con partenza e arrivo in luoghi diversi.
I percorsi ad anello (giri) sono stati individuati con numeri progressivi, procedendo da ovest ad est e da nord a sud (la numerazione è la stessa presente nella Guida "Umbria in Mountain Bike"). Le tre traversate sono state siglate con T1 (Bocca Trabaria-Monte Cucco), T2 (Perugia-Costacciaro) e T3 (Costacciaro-Perugia).
Ogni itinerario proposto cerca di svolgere un tema, che può riferirsi tanto alla situazione geografica pura e semplice oppure a questioni naturalistiche specifiche (geologia, flora, fauna, idrologia) o anche a situazioni storiche-artistiche. Il filo conduttore può anche essere un misto di più interessi e resta sempre fermo il fatto che, comunque, gli aspetti naturalistici e paesaggistici fanno sempre da degna ineludibile cornice.
Tutti gli itinerari sono riferiti a territori morfologicamente omogenei, in genere ben individuabili dal punto di vista geografico, tanto che siano rilievi montuosi quanto che siano valli. I percorsi proposti sono da interpretare come strumenti di esplorazione completa di quei territori ai quali si riferiscono, specie se si tiene conto anche di quanto viene aggiunto con le indicazioni relative alle deviazioni, alle scorciatoie e ai collegamenti, tutte varianti collaudate in bici.
Gli itinerari sono in media lunghi 54 km e con dislivello complessivo di 1514 m. Pertanto, per poter compiere l'intero percorso nell'arco di una giornata bisogna possedere un minimo di preparazione atletica e un mezzo che non dia problemi. Tuttavia ogni itinerario proposto può essere interpretato come il risultato della composizione di più percorsi minori: è sempre possibile modulare l'impegno fisico e tecnico sulla base della propria preparazione ed "esplorare" un dato territorio in più fasi giornaliere.
Tutte le proposte possano essere completate in una sola giornata, anche la traversata Bocca Trabaria-Monte Cucco (105 km per 3350 m di dislivello), basta avere l'allenamento adeguato! Ma nessuno vieta, anzi è consigliabile, di affrontare questi lunghi itinerari, suddividendoli in giri più piccoli oppure a tappe (non mancano certi i punti di appoggio per i viveri e il pernottamento).
I percorsi e le indicazioni relative sono stati inoltre pensati per dare ampie possibilità di modificare l'itinerario con scorciatoie e/o collegamenti, anche all'ultimo momento, magari sotto la necessità di imprevisti, guasti, clima sfavorevole, affaticamento eccessivo.
Per chi lo volesse è anche possibile, e facile, raccordare più itinerari, personalizzando totalmente il percorso prescelto.
Si tenga infine presente che tutti gli itinerari della dorsale appenninica principale sono collegabili tra loro mediante il Sentiero Europa 1 (E 1), che unisce Bocca Trabaria ai Monti Sibillini (Carta Kompass 1:50000 "Sentiero Europeo E 1 Tratto Umbro" n. 675). La stessa traversata T 1. Bocca Trabaria-Monte Cucco ricalca per grandi linee questo itinerario (le varianti apportate hanno lo scopo di rendere il percorso il più possibile pedalabile).
Nel complesso i percorsi proposti coprono una distanza di 1353,2 km, per un dislivello complessivo di 37855 m. Se si tiene conto anche delle deviazioni, varianti, scorciatoie, collegamenti indicate in planimetria - tutta vie collaudate in bici - si ha un totale che supera i 3000 km di sviluppo! E questa non è che una piccola parte della viabilità minore esistente.
Attenzione! Le proposte comprendono anche l'indicazione del senso di marcia, che è stato scelto sulla base di fatti paesaggistici, naturalistici e , soprattutto, tecnici. Nulla vieta che si proceda in senso contrario a quello suggerito; ma in questo caso si faccia attenzione alle indicazioni ed alla segnaletica, che sono state riportate tutte in funzione di un ben definito, unico, senso di marcia.
Ogni itinerario proposto è individuato con:
a) una descrizione scritta
b) una planimetria in scala
c) la eventuale segnaletica sul terreno
d) la cartografia
Descrizione scritta
Nella parte iniziale sono riportate le seguenti notizie:
- località di partenza (e arrivo se si tratta di una traversata)
- lunghezza (in chilometri)
- dislivello complessivo (in metri)
- quota slm massima raggiunta
- tempo di percorrenza
- grado di difficoltà
- cartografia esistente.
Segue (in corsivo) una sintetica descrizione del tema - naturalistico, paesaggistico, storico e/o artistico - proposto con l'escursione. Di seguito la descrizione della viabilità, con aperture e parentesi sul tema da svolgere. Ma veniamo a maggiori dettagli.
La località di partenza è data con esattezza, riportando anche la sua quota slm: di molti punti salienti del percorso verranno date nell'ordine (fra parentesi) la quota slm e la distanza progressiva rispetto al punto di partenza. Questo richiede che in quel luogo, prima di iniziare l'escursione, l'altimetro (eventuale) e il contachilometri siano tarati in modo opportuno. Si ricordi che la taratura del contachilometri è strettamente legata al diametro delle ruote, alla sezione delle coperture, alla pressione di gonfiaggio. Se la taratura è buona l'errore non supera l' 1 %.
Spesso alcune indicazioni si riferiscono all'orientamento dato da una bussola. E' sufficiente una di quelle microscopiche che danno informazioni del tutto grossolane (i punti cardinali principali).
La lunghezza si riferisce allo sviluppo reale del percorso e non a quello topografico (proiettato).
Il dislivello complessivo è una misura molto indicativa in relazione all'impegno fisico necessario (non tiene conto di variazioni di quota inferiori ai 5 m).
La quota massima raggiunta riporta i metri slm del punto più elevato del percorso. E' questo un dato assai significativo, specie nella brutta stagione.
Il tempo di percorrenza è un dato spesso fuorviante, essendo strettamente soggettivo e in relazione con la condizione psicofisica, con lo stato del terreno, con la situazione climatica, con il numero e la durata delle soste. Quello riportato tiene conto di una situazione media e nell'ipotesi di un avanzamento, compresi i tempi di sosta, di circa 10 km/h, che non è molto ma neanche poco. Situazioni particolari (fondo difficile, passaggi molto tecnici, salite impegnative e prolungate) abbassano notevolmente la media di progressione (non si dimentichi che a dicembre la notte arriva all'improvviso pochi minuti dopo le 16; mentre in estate ci si vede anche dopo le 20.30).
Sul grado di difficoltà ci si potrebbe sbizzarrire in un trattato. Ma qui la faremo molto breve: la lunghezza è il primo elemento di discriminazione, segue il dislivello complessivo e quindi le difficoltà tecniche lungo il percorso.
- a parità di lunghezza si ritiene più impegnativo quello con maggior dislivello;
- a parità di dislivello e di lunghezza viene ritenuto più difficile quello che presenta maggior tratti di sentiero e più lunghe discese dove bisogna fare attenzione;
- il fondo sconnesso, accidentato, molle, argilloso aggravano certamente l'avanzamento;
- a parità di tutto quanto prima indicato è decisiva la quota massima raggiunta.
E potrei continuare in una serie infinita di combinazioni, che ovviamente tralascio. Resta comunque il fatto che alla fine ho stilato una graduatoria degli itinerari (vedi paragrafi seguenti) in base alle difficoltà da me riscontrate (prendetela per quel che può valere), suddividendo inoltre i 14 percorsi in cinque categorie: facile, medio, medio/impegnativo, impegnativo, molto impegnativo.
Le prime due categorie sono abbordabili da tutti: basta avere a disposizione una giornata per l'escursione e qualcuno che, alla fine, ti consoli amorevolmente i muscoli intorpiditi. La categoria "medio/impegnativo" richiede un minimo di allenamento, altrimenti la cosa diventa tutt'altro che divertente, specie il giorno dopo l'escursione. Non consiglio a nessuno di affrontare i percorsi delle ultime due categorie senza una specifica preparazione (almeno 1000 km sulle gambe), non tanto perché si potrebbero incontrare difficoltà insormontabili (con la volontà e lo spirito di sacrificio si arriva dappertutto) quanto per lo scarso divertimento che ne deriverebbe.
Si ricorda che ogni itinerario proposto può essere suddiviso in percorsi più piccoli.
La cartografia indica le varie carte topografiche disponibili per coprire in tutto o in parte il territorio su cui insiste il percorso. A questo proposito non si dimentichi che i documenti migliori e più aggiornati sono le Carte Tecniche Regionali a scala 1:25000, che però non sono disponibili per il pubblico. Tuttavia di queste il CENS può fornire, a richiesta, dettagli e spiegazioni.
Per meglio individuare i punti salienti della descrizione viene utilizzato il seguente criterio: è stato lasciato uno spazio fra i paragrafi ogni volta che c'è un cambio di viabilità o di argomento. Quindi fare attenzione alle righe vuote, perché potreste essere giunti in corrispondenza di un bivio importante e poco visibile o in prossimità di una emergenza naturalistica, storica, paesaggistica o artistica.
Altra importante chiave di lettura: viene indicata come "maestra" la via principale, più evidente, più battuta, più grande fra quelle presenti in una certa zona (può essere la grande statale asfaltata, come la sterrata con intorno delle carrarecce, come il sentiero più marcato fra tanti).
Ne segue il seguente principio: non abbandonare mai la "maestra" a meno che non siano date delle esplicite, ripetute, indicazioni di cambio della viabilità, sia con la descrizione scritta che con la planimetria che con l'eventuale segnaletica sul terreno.
Quando si parla di "bivio", "trivio", "quadrivio" e via elencando si intende l'insieme di strade che si presenta davanti, esclusa quella di provenienza.
Con il termine "deviazione " (a sinistra o a destra) si segnala una via che si diparte dal percorso seguito; in genere, salva diversa esplicita indicazione, sono tutte da ignorare.
Per destra e sinistra mi riferisco alla destra e alla sinistra di chi percorre l'itinerario nel senso proposto.
Se invece indico destra o sinistra relativamente alle rive di un corso d'acqua o ai lati di una vallata, mi riferisco alle convenzioni geografiche e cioè la destra e la sinistra sono stabilite avendo le spalle rivolte alla sorgente o, comunque, alla parte superiore di una vallata. In questo caso si indicherà "destra idr" e "sinistra idr".
Molte notizie sono date in merito al tipo di viabilità e al fondo stradale (sempre così importante per la bici da montagna). In sintesi sono state utilizzate le seguenti quattro categorie (fra parentesi alcuni sinonimi): asfaltata (statale, SS), sterrata (strada con ghiaia), carrareccia (tratturo, traccia), sentiero (mulattiera). Alcune carrarecce risultano con fondo artificiale, ricoperto di ghiaia, altre con fondo naturale (argilla, roccia, erba, sabbia); nel primo caso sono indicate brevemente con "carrarecce fa", nel secondo con "carrarecce fn".
Attenzione! I rilevamenti sul fondo stradale si riferiscono, al massimo, al giugno 1999. E' possibile che la situazione rilevata a tale data possa cambiare con il tempo, con sterrate che diventano asfaltate e "carrarecce fn" che cambiano in "carrarecce fa", se non addirittura in asfaltate (ben più difficile che possa avvenire l'inverso). Pertanto è necessario utilizzare con prudenza questo tipo di notizie.
Man mano che procederà la descrizione dell'itinerario verranno dati dei flash (in genere fra parentesi) sulla presenza di posti di riparo, di ristoro, di alloggio, telefono, sorgenti o fontane, fermate autobus, stazioni ferroviarie, e altro di natura logistica.
Di non poca importanza saranno gli incisi relativi a scorciatoie, deviazioni, collegamenti, vie di fuga.
Spesso si useranno toponimi derivati dal linguaggio dialettale (toppo, trocchi, troscia, ranco, etc); per questi fare riferimento al glossario posto nella parte finale di questa pagina.
Quando si parla di "cancello", salva diversa indicazione, non ci si riferisce alle tipiche massicce chiusure con ante rigide che si aprono girando su cardini solidali con ben piantate colonne. Si vuole infatti indicare quei settori di recinzione del bestiame che, in corrispondenza di carrarecce e sterrate, si possono togliere facilmente. E' buonissima norma richiudere il "cancello" per evitare che il bestiame possa darsi alla fuga.
Planimetria
A corredo delle descrizioni sono state inserite le mappe in scala (variabile di caso in caso) dello sviluppo planimetrico dei percorsi (le distanze non sono quelle reali, ma quelle proiettate sul piano orizzontale). Sono state costruite sulla base topografica IGM, con aggiornamenti della Regione dell'Umbria oppure frutto di nostre rilevazioni sul terreno.
In esse vengono date le seguenti informazioni: orientamento rispetto ai punti cardinali, scala grafica, luogo di partenza (e arrivo, in caso di traversate), tipo e andamento della viabilità stradale, ferrovie, funivie, monti, località, valli, fiumi, agglomerati urbani, case isolate, ponti, guadi, passerelle, emergenze naturalistiche, storiche, artistiche, punti di sosta, alberghi, bar, ristoranti, rifugi, campeggi, sorgenti, fontane, chiese, cappelle, tabernacoli, cimiteri (per i dettagli si veda la legenda relativa alle planimetrie).
Attenzione! Per non appesantire e complicare inutilmente il disegno si riportano solo quegli elementi, tanto geografici che antropici, utili all'individuazione dell'itinerario.
Delle frecce indicano il senso di marcia consigliato. Delle altre frecce, di forma diversa, abbinate a strade che si interrompono e al nome di una (o più) località, comunicano che proseguendo in quella direzione si raggiunge la località indicata (fra parentesi i km da percorrere).
Nelle planimetrie sono anche segnalati i tratti di percorso comuni a più itinerari e la eventuale presenza di segnaletica numerata o siglata.
Segnaletica
Come già detto, la nostra regione possiede una vasta e intricata rete di viabilità minore. Se questo da un lato è un bene, per contro quando si deve procedere alla descrizione degli itinerari risulta subito complesso districarsi fra il mare di strade, stradette, viottoli.
Sarebbe di grande aiuto una segnaletica escursionistica, sia pur in forma semplice e poco costosa, specie se accompagnata dalla realizzazione di una adeguata e particolareggiata cartografia di base.
Ma tutto questo è di là da venire e sui sentieri, le carrarecce e le mulattiere dell'Umbria e dell'Appennino umbro marchigiano non esiste una segnaletica efficace. Anzi, vuoi per l' improprietà della realizzazione vuoi per l'assenza della manutenzione vuoi per la disomogeneità dei simboli, nei pochi casi in cui esiste è bene non fidarsi, perché potrebbe essere veramente fuorviante (più volte mi sono trovato in difficoltà per questo motivo).
Fa eccezione, unico caso in tutto l'Appennino centrale, la segnaletica del Massiccio del Monte Cucco, realizzata e periodicamente restaurata dal CENS.
La segnaletica del Sentiero E 1 è appena sufficiente (occorrerebbe un numero maggiore di segni e un restauro è più che urgente). In questi due casi esiste anche una cartografia coerente e chiara. Quella dell' E1, a scala 1:50000, è anche molto utile per avere un quadro d'insieme della viabilità della dorsale appenninica.
Questa situazione svantaggia notevolmente chi, come me, vuole impegnarsi nel realizzare una guida escursionistica (ben altra situazione c'è sulle Alpi!). Qui non resta che affidarsi alla "segnaletica" geografica e antropica, molto presente nel nostro territorio: in mancanza di segni opportuni, si fa riferimento a un fontanile, ad una casa, ad una chiesa, ad un ponte, ad un tornante e così via.
In certi tratti dei percorsi proposti abbiamo seguito una precedente segnaletica rosso/gialla, che in alcuni casi è risultata veramente provvidenziale.
Cartografia
Per quanto mi è dato di conoscere, la Cartografia Tecnica Regionale dell'Umbria a scala 1:25000 è una delle più dettagliate ed aggiornate (se così non fosse, il mio compito di ricerca degli itinerari sarebbe stato talmente lungo e gravoso da risultare, di fatto, irrealizzabile). Purtroppo questa cartografia non è disponibile per il pubblico e, anche se lo fosse, la sua lettura è abbastanza complessa, ostica nella stragrande maggioranza dei casi.
In vendita (Ditta Eliografica di Perugia) ci sono le ortofotocarte a scala 1:10000, dettagliatissime, zeppe di informazioni. Ma anche in questo caso l'interpretazione è tutt'altro che facile.
A disposizione del pubblico ci sono anche le tavolette IGM 1:25000; ma l'ultimo aggiornamento risale agli anni cinquanta! Sono inutilizzabili se non addirittura pericolose.
Tuttavia buona parte del territorio regionale e l'intera dorsale appenninica principale sono coperte dalle carte Kompass a scala 1:50000. Sono un po' carenti nei dettagli, qualche strada non è riportata, altre notizie sono errate, ma nel complesso risultano strumenti molto utili, soprattutto per una visione generale del territorio.
Esistono altre carte della viabilità minore, realizzate da Enti e Associazioni, anche facenti riferimento a segnaletiche sul terreno, ma devono essere usate con molta prudenza, sia per lo scarso rigore messo nell'elaborazione (omissioni e imprecisioni gravi sono all'ordine del giorno) sia la carenza della segnaletica sul terreno. Ne è un esempio lampante, purtroppo, la Carta dei Sentieri del Monte Catria, dove non sono riportate l' 80% delle strade principali e il 50% di quelle secondarie, dove sono indicate funivie che non esistono, dove i rifugi sono erroneamente localizzati, dove manca la segnaletica sul terreno.
Per contro, come già detto, fa eccezione il Massiccio del Monte Cucco. E nel caso che si desiderassero maggiori chiarimenti il CENS è disponibile a fornire ulteriori notizie e documenti, anche personalizzando itinerari. Questo vale per tutto il territorio regionale.
Per ogni itinerario proposto sono indicate le carte disponibili, sia Kompass, sia i Fogli 1:25000 della Carta Tecnica, sia altre eventuali carte.
GLOSSARIO
Si riporta il significato di alcuni termini tecnici e dialettali (in ordine alfabetico).
Bocca: sella fra rilievi; valico.
Carrareccia f.a.: strada stretta con il fondo ghiaioso senza manutenzione regolare.
Carrareccia f.n.: strada stretta con fondo argilloso, roccioso, erboso.
FCU: Ferrovia Centrale Umbra.
Forchetta: sella fra rilievi; valico.
Fosso: piccolo corso d'acqua.
Genga: sperone roccioso strapiombante.
Incisione: solco scavato da un corso d'acqua.
Maestra: la strada, la carrareccia, il sentiero più evidente.
Marraccio: strumento da taglio lungo e ricurvo.
Mulattiera: sentiero più largo del consueto.
Pulito: radura; zona senza alberi
Quadrante 1:25000 CTR-IGM: insieme di quattro Tavolette IGM aggiornato dalla Regione dell'Umbria.
Ranco: prato fra i boschi, ricavato dal taglio degli alberi.
Ripariale: di vegetazione disposta lungo gli argini dei corsi d'acqua.
Sbocco: valico.
SC: Strada Comunale.
Serra: rilievo montuoso sviluppato in senso longitudinale e con crinale senza apprezzabili variazioni di quota.
SP: Strada Provinciale.
SS: Strada Statale.
Sterrata(o): strada con fondo ghiaioso a manutenzione regolare.
Toppo: culmine; collina.
Tratturo: piccola precaria via tracciata dal passaggio di trattori.
Treggia: antico mezzo di trasporto senza ruote, trainato da buoi, simile ad una grande slitta.
Trocchi: lunghi e bassi recipienti per l'abbeverata del bestiame.
Troscia: piccoli bacini artificiali per la raccolta delle acque piovane.
NORME SULL'USO DELLA VIABILITA' MINORE IN UMBRIARIA
L'Umbria è l'unica regione italiana che si sia dotata di una legge specifica (L.R. n. 9 del 2 giugno 1992) sull'uso, la manutenzione, la valorizzazione e l'accatastamento della viabilità minore (sentieri, mulattiere, carrarecce, sterrate interpoderali e vicinali). Il tutto a fini preminentemente escursionistici e di ricerca.
In forza di questa legge è permesso il transito con veicoli non a motore - e quindi anche in bici - su qualsiasi itinerario, compresi quelli che attraversano aziende faunistiche Venatorie e bandite di caccia. E' anche possibile attraversare prati, boschi e pascoli fuori sentiero.
E' possibile attraversare terreni privati, ma solo su tracciato preesistente e senza soste e danneggiamenti. Ciò non è permesso quando vi sia un divieto d'ingresso esplicitato chiaramente attraverso una opportuna tabellazione e una adeguata, continua, recinzione (per esempio i "fondi chiusi").