Il 20 agosto 1922 la Società Escursionisti di Fabriano, presidente onorario Giambattista Miliani, mise in opera nel pozzo d'accesso della Grotta di Monte Cucco la scala di ferro che per oltre settanta anni è stata uno dei fattori determinanti dello sviluppo della speleologia nell'Appennino umbro marchigiano. La sua presenza è stata determinante nel creare interessi e passioni per gli studi carsici e ha molto facilitato le grandi esplorazioni degli anni cinquanta, sessanta, settanta e ottanta. Giambattista Miliani, che tanto contribuì ad iniziare le ricerche sul mondo sotterraneo del Monte Cucco, fu uno dei fautori dell'impresa, anche mettendo a disposizione la sua azienda cartaria per acquistare e predisporre il materiale necessario.
In occasione dell'evento venne organizzato, sempre dalla SEF, un convegno di escursionisti, inaugurato con un discorso dello stesso Miliani, che vide la partecipazione di oltre 500 appassionati di montagna e grotte. Durante il convegno fu distribuita una pubblicazione, voluta dal march. cav. Costantino Benigni Olivieri, che riporta integralmente la descrizione di una gita nella Caverna di Monte Cucco fatta il 28 luglio del 1670.
Ma la posa della scala nella Grotta di Monte Cucco non fu un problema solamente tecnico (di uomini e materiali, visto che a quei tempi per arrivare all'imbocco occorreva salire a piedi da valle per almeno un migliaio di metri di dislivello), ma anche un problema di rapporti con il Commissario Prefettizio di Costacciaro (si era già entrati nel famigerato ventennio fascista) e con l'Università degli Uomini Originari di Costacciaro. I due enti infatti si opponevano alla messa in opera della scala e ci volle tutta la pazienza e la capacità di persuasione dei membri della Società Escursionisti di Fabriano per riuscire ad ottenere l'autorizzazione a realizzare, a proprie spese, un'opera di grande valore culturale e di promozione dell'escursionismo sotterraneo.
Per dare un'idea precisa sui protagonisti veri della vicenda e sulla realtà politica in cui si svolse la messa in opera della scala della Grotta di Monte Cucco, riportiamo integralmente il testo di una lettera che il comm. Carlo Canavari di Fabriano ha inviato il 23 gennaio 1970 al dott. Guido Lemmi di Perugia. Eccolo.
Fabriano, 23 gennaio 1970
Gentilissimo Dottore,
ho ricevuto il saggio di Bibliografia Speleologica dell'Umbria che ella mi ha inviato e la ringrazio molto molto.
Fui io, è questo un merito del quale mi onoro, fui io che ottenni dalla cartiere Miliani i bracci della scala di ferro, già adattati, che furono posti nella grotta del Monte Cucco. Io, un valoroso escursionista, unitamente a due uomini, con enorme fatica, applicammo nella parete discendente del pozzo del Cucco i gradini, in una settimana.
Ricordo la faticosa opera di persuasione da me esercitata per ottenere dal Commissario Prefettizio del Comune di Costacciaro l'autorizzazione a piantare la scala. Vi si opponeva lui ed i rappresentanti della "Magnifica Università degli uomini liberi di Costacciaro che con questa apposizione vedevano una grande menomazione alla loro proprietà montana.
Infatti, appena posti i gradini si affrettarono a mettere un pesante cancello all'imbocco dell'antro, cancello che da speleologi avversanti fu abbattuto. Fortuna che cadendo entro l'imbuto non colpì i gradini che in tal caso, distorti, non avrebbero servito più.
Ricordo con raccapriccio, che proprio mentre ero in abboccamento con il Commissario Prefettizio, abboccamento che si protrasse per tre giorni e tre notti, una spedizione punitiva di fascisti, ......., bastonarono a sangue parecchi uomini. Noi ne sentimmo le grida ed al mattino osservammo le larghe chiazze di sangue nel selciato.
Per questo, scusi la parentesi narrativa, e per essere proprietario di un'abbondante raccolta di fossili, vorrei pregarla di ottenermi l'opuscolo "I fossili del Monte Cucco" e quanto altro potrà ottenere di relazioni che parlino della stessa grotta che fu per oggetto di tante e tante visite e ricerche.
Ora ho una certa età e non posso permettermi di recarmivi ancora, ma vivo per me è il ricordo di questi itinerari speleologici unitamente alle molte, che un modesto gruppo di amici, ci consentì di scoprire e rilevare le circa venti grotte della gola di Frasassi. Mi scusi di nuovo. La ringrazio anticipatamente di ciò che potrà procurarmi.
Con ossequio.
Dev.mo Carlo Canavari (Via N. Zanchilli 23) 60044 Fabriano (Ancona)
Autorizzazioni difficili, cancelli messi, cancelli distrutti, cancelli rimessi, cancelli ridistrutti, ostacoli per la valorizzazione a vantaggio di tutti del grande patrimonio naturalistico del Monte Cucco, esasperato senso della proprietà privata anche verso ciò che è un bene comune della Collettività (acqua, bellezze naturali, reperti della preistoria): sono dovuti passare quasi ottanta anni perché le cose cambiassero. Fra l'altro a Costacciaro non c'è più il Commissario Prefettizio fascista e i fascisti non si possono permettere di bastonare a sangue la gente che la pensa diversamente da loro.
D'altro canto la lettera del comm. Canavari mostra ancora una volta quanto vasto e forte sia stato l'interesse per il mondo sotterraneo del Cucco, tanto da creare una vera storia, nata nei secoli passati, fatta da tanti uomini e tante azioni. E tuttora continua! (FS)
Ora la scala della Grotta di Monte Cucco messa dai fabrianesi non c'è più. Infatti l'Università degli Uomini Originari di Costacciaro, proprietaria dei terreni dove si apre l'imbocco della cavità, l'ha fatta eliminare dai Vigili del Fuoco in quanto non rispondente alle norme di sicurezza. Attualmente è in opera una scala a ripiani e tutta la parte iniziale della Grotta è visitabile turisticamente, con passerelle e illuminazione.